mercoledì 31 agosto 2011

Pesce Fresco















Diciamoci la verità, pochi gourmet, forse nessuno, a pesce cotto, saprebbero distinguere tra un pesce d'allevamento e uno pescato in mare.

Anzi, in alcuni test "ciechi" le spigole selvaggie sono risultate "meno buone" di quelle d'allevamento, per chi le assaggiava senza sapere da dove provenissero.

Ma la provenienza conta eccome. Per la tua salute. Se di allevamento, conta la qualità dell'acqua in cui ha nuotato il pesce e ciò che gli hanno dato da mangiare. Se di mare, conta quale è il mare. Una cosa è in mezzo all'Oceano Atlantico, un'altra e di fronte ad un porto industriale o ad una zona ad alta densità abitativa con conseguenti scarichi ed inquinamento.

ALLEVAMENTO INTERNO E ALLEVAMENTO IN MARE
Purtroppo i pesci d'allevamento sono spesso di qualità visibilmente inferiore perchè mangiano esclusivamente mangimi. Inoltre il sovraffollamento frequente di molti allevamenti non permette la giusta mobilità e quindi crescita, del pesce. Ecco perchè spesso la loro carne è peggiore, grassa (i pesci sedentari . . . ) e dal gusto "limaccioso".

Ma esistono anche allevamenti moderni costituiti da enormi reti in mare aperto: chiaramente tuttaunaltracosa. Possono cibarsi naturalmente, l'acqua è pulita e il movimento è continuo.
Il pesce di conseguenza è migliore, perchè meno grasso e con carne più consistente.

Poi ci sono delle eccezioni. Nella laguna di Orbetello, ad esempio, da sempre allevano tutti i tipi di pesce, chiaramente perlopiù Orate Spigole Cefali , e hanno un disciplinare di produzione molto severo, delle tecnologie modernissime e standard qualitativi molto elevati.

Non è a livello di pesce di mare, ma è il meglio che l'allevamento possa offrire.

Molti lo sanno, e quindi magari si spaccia il proprio pesce per quello di Orbetello come un vu cumprà spaccierebbe la propria borsetta per una Louis Vuitton. Ma la quota di mercato del pesce di Orbetello a livello nazionale è meno del 2%, quindi attenzione, non può essere tutto di Orbetello. (fonte: cooperativa acquacoltori di Orbetello - LINK) .

PESCE VIETNAMITA
Molti esemplari, specialmente di spigole, sono importati soprattutto dalla Grecia, e poi dalla Turchia. Altri provengono da molto più lontano: gamberetti dal Monzambico, Cernia (ma in verità è Pangasio) dal fiume Mekong, in Vietnam.

Non ho niente contro i prodotti alimentari cinesi o vietnamiti. Il Mekong è tra l'altro una risorsa meravigliosa, con il più alto numero di specie di pesce al mondo (1.500 specie !) - anche se i Cinesi lo stanno distruggendo, proprio per guadagnarci sopra esportando pesce ovunque nel mondo hanno modalità di pesca "poco ortodosse" tra cui reti che catturano di tutto, elettroshock e avvelenamento (questo è il link del documento WWF che denuncia tutto)

Il problema è :

1) INQUINAMENTO. I Cinesi spesso cercano di guadagnare a discapito dell'ambiente (si lo so non solo loro...). Nessuno sa che il fiume Mekong ha livelli di ARSENICO altissimi secondo una pubblicazione scientifica di ricercatori Svizzeri, Cambogiani e Vietnamiti. Il problema è che i danni da arsenico si sviluppano e si vedono dopo decine d'anni, quindi nessuno dice niente.
Questo è il LINK all'articolo scientifico. L'inquinamento ha già steso quasi tutta la totalità dei delfini esistenti nel fiume (denuncia del WWF).

2) TRASPORTO. Dopo essere stati pescati, per arrivare in Italia, dove e in che modo è conservato il pesce ? Se avessi la garanzia che dopo essere stato congelato, passa dal pescatore al mercato allo spedizionere al container alla nave al distributore in italia e tutto questo sempre rispettando "il ciclo del freddo" senza farlo scongelare 20 volte, allora, se avessi tale garanzia, forse potrei fidarmi. Ma non mi fido.

Quindi, riassumento, stai attento al pesce che compri, in Italia si importano 700.000 TONNELLATE di pesce all'anno, qualcuno lo comprerà questo pangasio vietnamita. Ma basta che sia informato, poi è libero di acquistarlo.

Meglio cercare buoni allevamenti (Orbetello) dato che è difficile beccare una spigola pescata al largo delle Azzorre, nell'Atlantico.




mercoledì 15 giugno 2011

OMOGENEIZZATI: il migliore è HIPP

Il tempo scarseggia e ormai gli omogeneizzati sono una salvezza per chi lavora ed è impegnata/o e rappresentano la quasi totalità della dieta dei nostri piccoli.

Ma ti chiedi mai cosa ci sia dentro l'omogeneizzato? Ti puoi fidare ? A chi puoi chiedere? A qualche medico-pediatra? E chi mi garantisce che non fa gli interessi di un certo marchio (magari in buona fede perchè pensa che siano tutti uguali, lungi da me accusare la classe medica....)

Il sistema immunitario non ancora del tutto sviluppato del tuo bimbo ha bisogno di cibi super sicuri, privi di contaminazioni, OGM, e altre schifezze.

Non fidandomi di quello che mi veniva detto da questo o quel medico, e non fidandomi del mio gusto alterato, mi sono documentato, ed eccoti i miei risultati.

Voglio fare un analisi aziendale. Nel senso di andare a vedere chi c'è "dietro" a queste marche di omogeneizzati, e vedere come si comportano tali aziende.

PLASMON
Pensi male se credi che la PLASMON sia Italiana. Non lo è più da 50 anni.
L'azienda fa parte dagli anni 60 del Gruppo americano Heinz (si quello del ketchup) quindi di fatto "è" "Heinz Italia", tanto che i suoi dipendenti hanno le email aziendali che finiscono con "@it.heinz.com".
Quando HEINZ l'acquistò, Plasmon aveva quasi il monopolio del mercato italiano (70% market share) quindi era un boccone prelibatissimo. Ultimamente sconta la crisi dovuta a un calo delle nascite ormai cronico e anche all'apertura in Europa di nuovi stabilimenti della concorrente Mellin. Tale scenario li ha costretti, pochi mesi fa, a licenziare più di 100 dipendenti. (link)
Riguardo la Qualità, Plasmon afferma nel suo sito di stare alla larga dagli OGM (link) e in tutto il mondo la multinazionale è famosa per combattere gli OGM su tutte le sue linee di prodotto (link)
Non è il meglio, ma è già qualcosa. Il meglio si ha quando c'è la certificazione di "agricoltura Biologica" che significa che almeno il 95% degli ingredienti proviene da agr. bio. Evidentemente la Plasmon non ha i requisiti per tale certificazione.
In generale azienda molto responsabile, molto sicura, senza problemi in tutta la sua storia.

MELLIN
Fondata in Inghilterra Adesso parte del gruppo DANONE, francese. Anche questa, come Heinz, azienda molto sicura senza particolari problemi., anch'essa fa prodotti privi di OGM. Ma nulla nemmeno di lontanamente biologico.
Direi che è pari alla Plasmon. Nulla di eccezionale. Ma mi sembra abbastanza sicura.
Ma per mio figlio, questo NON MI BASTA,

HIPP
Tedesca, ma con divisioni in tutta Europa , Italia compresa, non è controllata da alcuna multinazionale. Anzi, è ancora gestita dalla stessa famiglia, gli HIPP, appunto, e dal fondatore Claus, di 70 anni. Biologica certificata, l'azienda ha ricevuto diversi premi, anche dal WWF e da Greenpeace, già accennato. Rispetto alle altre due è minuscola, stiamo parlando di 200 milioni di fatturato (HIPP) contro 10 Miliardi (HEINZ) e 17 Miliardi (Danone), cioè è 100 volte più piccola.
Eppure mi dà molta piu fiducia, specialmente per gli ingredienti che usa: anzi per gli ingredienti che NON usa. Come l'Olio di Girasole. Ho mandato una e-mail alla Plasmon e alla Mellin per capire da dove proviene il loro olio. Attendo una risposta. Che pubblicherò. E comunque non condirei nulla con tale olio che poi devo dare al mio bimbo, preferirei un nostrano di oliva. Ne parlo qui sotto.

OLIO DI GIRASOLE
Non mi fido di quest olio presente negli omogeneizzati di PLASMON e MELLIN ( e in diversi altri tipi di prodotti, LEGGETE LE ETICHETTE dannazione !).
Perchè? Basta guardare le TONNELLATE di quest'olio che l'Italia importa ogni anno (link)
Sono in continuo aumento, e dato che la popolazione italiana NON E' in continuo aumento, significa che sempre di più si sta utilizzando quest olio importato chissà da dove al posto di olio nostrano, di oliva. Omogeneizzati inclusi.

Per adesso, continuerò a comprare HIPP. Quando ho tempo, l'omogeneizzato lo faccio io stesso. Ma in tal caso devi stare attento a cosa compri per fare il tuo omogeneizzato, ma questa è un'altra storia (e un altro post :-) ).



venerdì 8 aprile 2011

Manzo, Vitello, Angus, Bovino . . . . che confusione !

Se posso fare un po di chiarezza . . .

partiamo dal fatto che "BOVINO" è una famiglia di animali che raggruppa varie RAZZE, tutte quelle che sono nel titolo e altro ancora.

P.S. : se c'è qualche biologo tra i lettori, lo so, sono stato impreciso, la famiglia è quella dei Bovidi e tra le sottofamiglie ci sono i Bovini, ma qui voglio semplificare.

Tra le razze, di BOVINO, gastronomicamente più interessanti ci sono


1) CHIANINA, quella famosa per la bistecca fiorentina, che è il bovino più grosso al mondo.




2) ABERDEEN ANGUS tra cui c'è la sottorazza black Angus e red Angus
si chiama così perchè fu allevata in origine ad ANGUS, una regione della Scozia orientale.
Vedete dalla foto che è molto piu piccola della Chianina, quasi la metà.



Queste sono le razze. Poi c'è la classificazione per età. E? un regolamento della Comunità Europea, molto rigido.
Sono VITELLO tutti i bovini che hanno meno di 8 mesi
è una carne poco grassa essendo piccolo il vitello, contiene molta acqua, è rosa chiaro.
Sono VITELLONE tutti i bovini tra gli 8 e i 12 mesi. (prima era fino a 24 mesi, quindi CHIEDETE al vs macellaio cosa intende per VITELLONE) - la carne più grassa a pregiata del vitello.
Sono MANZO tutti i bovini tra 12 mesi e i 4 anni. Carne più grassa in assoluto, quindi la piu saporita.
Sono TORI tutti i bovini oltre i 4 anni.

martedì 5 aprile 2011

Carne di Maiale



Prima ancora di cercare differenze di lavorazione , provenienza, diciamo subito che ciò che più conta per la Qualità della carne di maiale che mangiamo è la vita del suino. Dove ha vissuto, come ha vissuto, cosa ha mangiato.

Essenzialmente i due grossi gruppi sono

- suini allevanti in modo intensivo

- suini allevati allo stato brado

a parte le differenze ovvie di "densità" abitativa (gli allevamenti intensivi non sono altro che enormi capannoni), c'è anche una importantisima differenza nella dieta dei due generi. Negli allevamenti intensivi danno da mangiare grano al suino, quando va bene, altrimenti pastoni distribuiti attraverso sistemi automatici, ma sempre a base di grano.
La densità di cui sopra fa si che i poveri animali vivano seza potersi muovere in mezzo ai loro stessi escrementi. E per evitare malattie gravi gli si somministrano continui antibiotici che chiaramente vanno a finire nella carne che mangiamo.
Negli allevamenti allo stato brado il maiale si ciba di ghiande, e basta. Cioè del suo alimento preferito e di cui si è cibato per milioni di anni.

Ed eccovi un altro mito da sfatare: "I maiali sono animali sporchi"
Ma chi l'ha detto ? Qualunque zootecnico vi dorà che i maiali non defecano mai nel posto in cui devono dormire, lo ritengono insopportabile. Il che fa capire quanto soffrano, negli allevamenti intensivi, dove sono costretti a defecare e dormire nello stesso metro quadro.

La rivista online Promiseland.it spiega molto bene la vita delle scrofe, le femmine di suino (1) :

"Le scrofe vivono all’interno di piccoli box collettivi con pavimento cementato. Con la gravidanza vengono inserite in gabbie metalliche dette di gestazione, larghe 60 centimetri, dove non hanno la possibilità di compiere alcun movimento, compreso quello di ruotare su sé stesse. Possono solo alzarsi per alimentarsi o giacere a terra. Rimarranno in queste gabbie per quattro mesi. Incapaci di muoversi, diventano pesantissime (è questo lo scopo naturalmente) e soggette a zoppia.

Pochi giorni prima del parto, vengono trasferite in speciali gabbie metalliche dette da parto, fasciate da una serie di tubi che permettono solo, ai piccoli, una volta nati, di potersi nutrire dalle mammelle. In queste gabbie le scrofe, dove sono impedite in qualsiasi movimento, trascorrono tre o quattro settimane, fino a quando i piccoli nati non vengono trasferiti in altri box.
Dopodichè le scrofe possono essere reinserite nel ciclo di allevamento e rese nuovamente gravide una o due settimane più tardi.

Solo trent’anni fa una scrofa in allevamento intensivo era in grado di produrre 13 suinetti all’anno. Oggi si arriva a 22, in alcuni casi anche a 28. Dal punto di vista psicologico queste scrofe diventano “nevrotiche” (come le definiscono gli allevatori): mordono le sbarre dei box per ore, siedono in posizione simile a quella dei cani, ma con aria inebetita, mostrando tutti i segni del dolore per la perdita dei piccoli. Dopo 2 anni di questa vita, anch’esse finiscono al macello.

Ai maialini, a pochi giorni dalla nascita, le code e le orecchie vengono amputate, i denti tagliati (pratica che può causare la frantumazione degli stessi e gravi infezioni), i testicoli strappati.

Queste “operazioni” servono per controllare episodi di aggressività dovuti all’eccessivo stress una volta che saranno immessi nell’allevamento (i maiali tenteranno di mordersi la coda e le orecchie e di aggredire i propri compagni a morsi). La castrazione, oltre a rendere l’animale meno aggressivo, è “necessaria” per evitare uno spiacevole sapore nella carne, in particolare per la produzione di prosciutti, stando ai gusti dei consumatori più raffinati.

Queste operazioni dovrebbero essere eseguite da uno specialista, ma per ovvi motivi economici (si tratta di numerosissimi animali da “lavorare” ogni giorno) vengono svolte da semplici operai, senza alcuna competenza veterinaria, e senza ricorrere ad alcuna anestesia, ovviamente. I suinetti durante l’”operazione” strillano terribilmente, sia per la paura che per l’intenso dolore"


(1). Promiseland.it 27 Giugno 2008